Fiori di Bach, rimedi per l’Anima? Quindi sono riservati a coloro che credono nell’esistenza dell’anima e sconsigliati o inadatti ai tantissimi atei, agnostici e materialisti?

Oppure si tratta di sostanze equiparabili in qualche misura, a degli psicofarmaci naturali, innocui ed utilizzabili in parecchie circostanze addirittura in sostituzione di questi?

Se ripenso ad una delle primissime volte in cui sentii parlare di Fiori di Bach, fine anni Novanta, mi tornano in mente le parole di un’erborista che all’epoca frequentavo. Suonavano all’incirca così: “Sono delle sostanze che provengono dai fiori, hanno un effetto molto particolare sulle emozioni, che non saprei descriverti con precisione; quando sarai in vena magari li provi e ti renderai conto di persona.” Queste premesse m’incuriosirono, tanto da ricordarle dopo decenni e crearono un alone di mistero attorno ai rimedi. Forse un pizzico di mistero in eccesso per i miei gusti, in quella occasione infatti, decisi di lasciar stare.

Nonostante l’aumentata diffusione degli ultimi decenni, attorno ai Fiori regna ancora tanta, troppa confusione.

Mi sta particolarmente a cuore chiarire un paio di aspetti.

Cominciamo con la faccenda dell’Anima.

A tirarla in ballo è stato Bach stesso che, convinto spiritualista credeva nell’esistenza della dimensione animica, oltre a quelle del corpo e della mente, ritenendola addirittura la più importante fra le tre. In breve, Bach sosteneva che quando l’uomo, per cause molteplici, non riesce ad ascoltare e a seguire le indicazioni della propria Anima, soffre.

La sofferenza si manifesta sotto forma di malessere emotivo-mentale, declinabile in modi differenti (tutti percepibili con una certa chiarezza), e può evolvere in disturbo organico se non gli si presta attenzione. I rimedi floreali intervengono direttamente sulla psiche ed indirettamente sull’Anima e sul corpo, visto l’intimo collegamento di causa-effetto delle tre dimensioni.

La visione filosofica di Bach, può essere condivisa o meno, così come il credere nell’esistenza dell’anima, senza per questo compromettere minimamente l’efficacia dei Fiori.

Infatti, che i rimedi abbiano un effetto riequilibrante su una vasta gamma di stati emotivi è dimostrato se non da studi scientifici consistenti, da oltre un ottantennio di esperienza e dalla pratica clinica di centinaia di consulenti di floriterapia tra cui molti psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, medici e veterinari. Alcuni di questi l’hanno documentata in relazioni, studi e libri.

Quindi, coloro che credono nell’Anima considereranno i Fiori un balsamo per la propria  psiche e per la propria Anima, gli altri, “solo” un balsamo benefico per la psiche.

Passiamo al confronto tra psicofarmaci e Fiori. Con grande cautela, perché se di Fiori m’intendo parecchio, di psicofarmaci molto, molto meno, non essendo un medico.

Intanto una premessa doverosa, sempre in nome di una maggiore chiarezza. Oggi sappiamo proprio grazie alle preziose testimonianze degli psicologi, psicoterapeuti e psichiatri studiosi anche di Fiori di Bach che i rimedi si sono dimostrati utili solo in alcuni disturbi psichici. Ad esempio, risultano essere un valido sostegno nella depressione lieve e media ma inadatti in caso di depressione grave.

Piuttosto che sul meccanismo d’azione sia dei Fiori che degli psicofarmaci, vorrei focalizzarmi sul funzionamento in sé e sull’effetto percepito.

La similitudine tra i due strumenti consiste nel fatto che con entrambi si verifica un sollievo (miglioramento, scomparsa o risoluzione) dal sintomo emotivo doloroso.

Ci sono però più di un paio di differenze sostanziali da tenere a mente.

Gli psicofarmaci agiscono in maniera circoscritta sui sintomi emotivi spiacevoli modificandoli, mentre i Fiori li risolvono intervenendo sulle cause emotive-mentali da cui gli stessi scaturiscono. Il primo è un lavoro a valle, il secondo a monte.

Grazie agli psicofarmaci, la persona elude parte della propria emotività, quella che crea disagio e sofferenza. Insieme, vengono accantonati anche tutti i processi mentali ad essa collegati. Potremmo dire che gli psicofarmaci (di certo utili e necessari in determinati frangenti quanto abusati in moltissimi altri) bypassano quegli aspetti di sé che la persona non riesce a gestire in una data circostanza.

I Fiori, sì, stimolano l’attivazione di alternative emotive positive ma contemporaneamente inducono un aumento di consapevolezza importante (percepibile da chiunque, seppure in misura variabile). Consapevolezza delle proprie emozioni contingenti, e della loro evoluzione tramite i rimedi, consapevolezza di cosa le abbia generate, dei propri stati d’animo ricorrenti, dei propri comportamenti, in definitiva del proprio carattere.

I Fiori fanno sì che vengano inclusi aspetti di sé, mentre offrono alla persona ulteriori possibilità espressive.

In maniera così semplice, rapida e diretta da lasciare sbalorditi, permettono di contattare due noccioli di consapevolezza fondamentali per ciascuno di noi: “chi sono”(qual è il mio carattere, le mie abitudini emotive e mentali) e “cosa vorrei da me stesso”.

Altra evidenza è che i Fiori favoriscano in chi li assume un aumento delle belle qualità, ritenute da Bach un riflesso della divinità presente in tutti gli esseri viventi.

Amorevolezza, assertività, fiducia, coraggio, speranza, pazienza, fermezza, tolleranza, per nominarne alcune. Si tratta delle stesse qualità positive riconosciute tali sia dalla psicologia che da ogni orientamento spirituale o religioso e che psicoterapeuti e guide spirituali si sforzano di incrementare.

La consapevolezza e l’accesso alle nostre qualità positive sviluppano quel particolarissimo sentimento di coesione profonda con se stessi che a molti di noi da la certezza, se non proprio di raggiungere la propria Anima, sicuramente di essere nei suoi paraggi.

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